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Se non fosse stata Carola?

Se Carola fosse stata Carlo? Probabilmente sarebbe passato inosservato. Se Carola fosse stata Carlo nessuno le avrebbe augurato uno stupro. Nessuno avrebbe avuto da ridire sul suo aspetto un po’ sfatto e poco curato. Avrebbero discusso il suo operato,forse, o forse no. Forse avrebbero solo discusso delle 42 persone a bordo, sempre con disprezzo, ma forse meno.  Essere una donna non è mai stato semplice. “Siamo così...” canzonava la Mannoia. Ma così come? Siamo donne! Basta questo a siglarci spesso come sbagliate.  Lo siamo nell’aspetto. Nei modi. Nella voglia che abbiamo di farci largo in una mentalità troppo maschilista. Una mentalità che ci vorrebbe allo scacco di un re matto, quanto quell’uomo che non ci rispetta, che non ci considera. Se non fossi Lorena, se fossi stata uomo, tante di quelle volte in cui quella mascolinità l’ho subita, probabilmente adesso non starei qui a parlarvene, perché mi basterebbe gonfiarmi l’ego per sentirmi meglio. Invece torno a casa dopo una s

Finchè dura

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Se i depositari dell'amore sono i poeti, noi cosa siamo?  Solo i mezzi, forse, per tramutare in fatti quello che dell'amore si racconta dall'inizio del tempo e del mondo. L'amore è una parola che si riempie sempre di tanti significati e di esperienze, ma il cui vero mistero sfugge ai più. Spesso mi trovo a farmi la stessa domanda: L'amore esiste?  E non mi soffermo mai su l'altro lato della sua medaglia: la durata. Spesso determiniamo la sua esistenza sulla sua eternità. Ogni storia finita deprime, annichilisce il vero significato del sentimento che si è consumato, proprio perché disperso, non trattenuto. Ma è davvero credibile e possibile pensare ad un amore che duri per sempre? Nelle favole, dopo il vissero felici e contenti cosa c'è? Ascolto nuvole bianche , e sulle note meravigliose di questa musica, penso all'amore. Chissà se Einaudi si è soffermato come me a riflettere sui misteri di questa vita e sul più grande di

Resta

Dove ti fa male? Me lo chiedevano da bambina quando avevo il mal di pancia o quando mi facevo male cadendo, dalla bici, dalle scale. Ricordo che avevo all'incirca 10 anni e cadendo sull'ultimo gradino della scala esterna della casa in cui vivevo, sbattei così di netto la schiena che rimasi senza fiato un tempo che mi sembrò infinito. La cosa più spaventosa di quell'evento fu l'incapacità di riuscire a chiedere aiuto. Stavo lì, piegata sulle gambe, guardandomi attorno, in cerca di qualcuno che capisse che non riuscivo più a respirare e che venisse in mio soccorso. Era come stare in apnea sott'acqua e non riuscire a risalire per prendere aria. Non puoi urlare, hai un'unica consapevolezza: se non torno a respirare muoio! E non è vero che ti passa la vita davanti. A me l'unico pensiero che passò per la testa fu: devo respirare!!!! E più mi concentravo su quello più mi sentivo morire. Sono sul divano e provo a fare lo stesso. Provo a respirare. Non ci riesco. Mi

Ciao Dylan!

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La sento rimbombare in testa, da qualche giorno, la sigla di Beverly Hills  90210, con quel motivetto ridondante che mi ricorda tanto il fremito di quando, adolescente, scalpitavo per sapere se nella nuova puntata Dylan potesse finalmente sorprenderci tutti con un gran colpo di scena e tornare a promettere amore eterno a Brenda. Invece a distanza di ben 20 anni, il nostro amato Dylan ci sorprende in altro modo, un modo ben più amaro e ci saluta tutti stroncato da un ictus cerebrale all'età di soli 52 anni. Muore con lui sicuramente un pezzo della mia adolescenza e di tutte le adolescenti che in quel periodo avevano eletto lui come il ragazzo ideale su cui poi riversare tutte le pessime controfigure che nella propria vita avremmo incontrato.  Eh si, perchè di RAGAZZI BELLI E MALEDETTI la vita ne ha collocati diversi sulla nostra strada sentimentale ma nessuno con quel l'animo puro. Avevo 9 anni e alla tv trasmettevano il primo episodio di una serie che m

IO NON SONO UNA GIAPPONESE!

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Eccoci qua!  7 gennaio. Sono finite queste interminabili feste, Marlena non è ancora tornata a casa ma tutti siamo tornati alla vita ante Natale. Un po' la invidio questa Marlena. Tutti la cercano e lei se ne sta beata chissà dove. Oggi è lunedì e io con un raffreddore insopportabile ho deciso di darmi da fare per far sparire anche l'ultimo segno di queste festività. Non fraintendetemi, non datemi della solita guastafeste, però dopo un po' a me le cose annoiano. Non so dirvi perché ma alle abitudini più radicate come le sigarette, dall'altro ho sempre avuto un'impellente necessità di cambiare. Lo stesso status di immobilità sospesa mi fa drizzare sulla sedia come fossi su quella elettrica. Oggi ho una strana frenesia, probabilmente sarà il ciclo che arriva. Si sempre lì cadiamo noi femminucce, o forse questo è l'alibi che ci creiamo per giustificarci. Ma di cosa poi? Di stati emotivi traballanti? Io più che giustificarli vorrei risolverli e inv

Un Natale imperfetto!

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Lorena lo senti? Senti che silenzio? Sono andati via tutti! Oggi nulla da festeggiare. Hai pulito casa e puoi goderti un bel bicchiere di vino sola sul divano. O mio Dio! Ma sentitemi! Sembro una vecchia pazza! Sembro la signora del piano di sotto che mi denuncia ogni giorno perchè respiro, perchè le turbo la quiete con la lavatrice, con i tacchi, con il rumore dell'esserci. Beh. Si è vero! Spesso sono intollerante e ancor di più lo sono nei giorni di festa, che metà sono passati, e terremoto a parte ne usciamo quasi incolumi. Si, questo Natale è stato un po' movimentato. Lo ricorderò, questo è sicuro.  Amore e odio. Come per molte cose. Ma irrinunciabile! E pensare che c'è chi lo odia davvero. Chi davvero trova scomodo e inutile lo scambio dei regali, le riunioni familiari e tutto il resto.  Come dite? Ah si, sarei io quella. Beh, si, anche.  Voglio dire, spesso cambiamo idea e spesso alcune idee si fanno più chiare, con la luce giusta, e capiamo di

Babbo Natale non esiste?

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Caro Babbo Natale,  ho 35 anni suonati, eppure ho deciso di scriverti ancora.  Un parroco qualche giorno fa ha detto ad una platea di bambini, durante la messa, che Te non esisti, provocando un rumorosissimo e tristissimo pianto. Ma davvero è così importante sapere se esisti davvero? Crediamo ad un sacco di cose senza averle mai viste davvero!  D'altro canto cose ovvie e provate destano ancora sospetti. Ne sanno qualcosa i terrapiattisti che dubitano dell'esistenza dell'Australia! E i koala? Nemmeno loro esistono allora? Io, davvero, resto basita di fronte al bisogno di voler necessariamente confutare ogni cosa. La felicità, ad esempio, chi l'ha sperimentata sa che esiste, e chi non lo ha fatto?  Il punto è che credo serva, sia necessario, credere a qualcosa a prescindere se ne possa affermare con esattezza l'esistenza. Credere è l'unico motore in grado di dare speranza.  A proposito di quest'ultima: nessuno l'ha mai vista, toc

Vorrei ma non posso!

No! E' la prima parola che apprendiamo, dopo mamma e papà. Serve ad affermare noi stessi, perché, attraverso il No,  definiamo esattamente ciò che vogliamo, chiarendo agli altri i nostri desideri e bisogni. Per un bambino imparare a dire no e a tollerare il no di un genitore diventa importantissimo per la propria identità. All'inizio è un no categorico rivolto a tutto e a tutti, poi, pian piano, crescendo, cominciamo a selezionare i momenti, i luoghi e le persone cui dire no. E quel no comincia a riflettere maggiormente chi stiamo diventando e chi siamo diventati. Insomma, il no è come dire: "Eccomi, ci sono anche io". Perché dire si, accondiscendere, è troppo semplice al fine di farsi accettare, stimare, voler bene. Non a caso l'opposizione, tipica del ribelle, è sinonimo di grande e forte personalità. Nella mia personale esperienza ho incassato tanti di quei no da poterci erigere muraglie, mentre dall'altra parte continuavo a dire si. I miei

NON VOGLIO +

Mi sono domandata spesso cosa volessi.  Nella vita e nelle relazioni. Volevo un amore.  Lo volevo travolgente, di quelli che vedi spesso solo nei film. Dove ci si allontana e poi ci si ritrova. Dove si lotta insieme per viversi, contro tutto e tutti. Dove lui è il principe azzurro figo che ti fa penare un po' e poi si innamora, scoprendo di volerti, a tutti i costi. Senza se e senza ma. Mi sono fatta tante volte la domanda : "Lorena cosa vuoi? " Puntualmente scartavo tutto il resto, senza sapere davvero cosa fosse tutto il resto, perché miravo solo a ciò che vedevo ovvero ciò che volevo. Poi un bel giorno mi sono resa conto che, a furia di puntare al positivo, mi perdevo tanto più spesso nel negativo. Troppo spesso guardavo più ai pregi ideali che ai difetti reali.  E mi sono accorta che rispondere alla domanda "Cosa vogliamo?" è più semplice che chiedersi cosa non vogliamo. Se ci pensate bene noterete la difficoltà. Provateci. Io l&#

Io valgo

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Oggi, buona, equa e solidale come legambiente, vorrei salvaguardare il caro cromosoma xy e assolverlo da (quasi) tutte le colpe. Negli ultimi tempi l'ho un po' massacrato. E se per molti versi di motivi ne ho ben donde, dall'altro sono piena come una zampogna di certi atteggiamenti della controparte femminile, che non agevolano l'incontro di cotante diversità insite in Marte e Venere.  Ma prima vi racconterò una storia. Un tempo una giovane e sprovveduta Lorena si rapportava al mondo maschile con l'impaccio e la goffaggine di un elefante all'interno di una cristalleria. La mia insicurezza mi portava spesso a gestire situazioni come un ansioso deprivato dal suo xanax. la paura dell'abbandono caratterizzava ogni nuovo approccio, così, tra pianti ed ansie continue, mi perdevo il bello e divertente di ogni esperienza. Questo per dirvi che, se sto qui, oggi, un po' a bacchettarvi è perché ci sono passata, ho appreso e, adesso che ho capito, facc

La Bipolarità del cromosoma XY

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Mentre sto qui, che dal balcone di casa ascolto un gatto isterico che strilla, mi viene in mente che l'isterismo generale che abita in ogni donna, come in quel quadrupede nasce quasi sicuramente dal dilagante bipolarismo di certi ominidi maschi.  Ve lo avevo detto che la breve parentesi di romanticismo vissuta qualche tempo fa, una volta interrottasi, mi avrebbe resa peggio di prima. Io ci speravo in una resa, una pace duratura, un'alleanza con voi, produttori di spermatozoi vincenti, e invece, per colpa di uno di voi, o per colpa di innumerevoli di voi,  sto qui a battere sulla tastiera del mio pc tutta la mia incredulità e compassione per i vostri approcci maldestri. Giusto due giorni fa cercavo di far capire ad uno di voi, che se ci provi con me e io ti offro il benestare alla conoscenza della mia preziosissima persona, tu, poi, non puoi chiedere che io ti presenti tutte le mie amiche, sorella compresa, perché se volevo un poligamo, con cui condividere un harem, me lo scegli

La Declinazione Magnetica

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Vi avevo detto sarei tornata.  Sembrava una promessa e invece si è rivelata una premonizione. Era il 1 marzo e mi era tornata la voglia di scrivere per voi, di me, come sempre.  Mi ero detta sarei tornata a raccontarvi di una me meno disillusa e più romantica, perché innamorata.  Ma poco dopo la vita mi ha dato uno schiaffo e mi ha risvegliato da quel sogno fatto di cuori e illusioni. Così ho dovuto metabolizzare il lutto, elaborarlo ed eccomi qui a parlarvi ancora dei graffi che ti ritrovi sul cuore, dopo l'ennesima delusione. Allert! Rileggo. Mi ri-leggo. E immagino voi che leggendomi fin qui avrete avuto voglia di: a) smettere di leggere e passare ad un blog di cucina, beauty, spensieratezza varia e annessa. b) mettermi una mano virtuale sulla spalla e compatirmi come si fa tra amiche, salvo poi passare comunque al punto a. Quindi ripartiamo sinteticamente e con più brio: ciao raga! Mi sono lasciata. Ho pianto. Piango ancora, ogni tanto. Sono a

Sono Tornata!

Non mi scuserò per questo anno sabbatico in cui mi sono persa chissa dove.  Non ho avuto voglia di scrivere e le uniche scuse dovrei farle a me stessa. Dovrei scusarmi per aver messo da parte i miei pensieri, per averli censurati, per aver preferito ingoiarli. Ma scrivere è un percorso a volte arduo da intraprendere, quando si parla di scrivere di sè, non certo della lista della spesa o delle cose da fare, che poi io non le scrivo mai, motivo per cui dimentico sempre tutto. Ma come sempre questa è un altra storia. Tornando a noi, s,i mi siete mancati, mi è mancato questo spazio e mi è mancato scrivere.  Perciò mi metto subito all'opera che ho da recuperare parecchio tempo e parecchie storie da raccontarvi. Voi restate connessi.

La sindrome dell'arto fantasma

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Una cosa che mi ha sempre incuriosita è la "sindrome dell'arto fantasma". Se non sapete cos'è ve lo spiega Wikipedia . Comunque in parole poverissime si tratta della sensazione anomala di persistenza di un arto dopo la sua amputazione o dopo che questo sia diventato insensibile. Il soggetto affetto da questa patologia ne avverte la posizione, accusa spesso dolore, alle volte ne percepisce il movimento come se questo fosse ancora presente. Il fatto curioso è sempre uno in queste bizzarre situazioni: la nostra mente. Spesso sottovalutiamo quanto potente e allo stesso tempo pericolosa possa essere quella scatola grigia sotto corticale. Così, anche gente "sana" spesso, malgrado la presenza di tutti e 4 gli arti può vivere una sensazione analoga, ma di altro genere fantasmagorico. Sarà che il gusto dell'horror, del paranormale, dell'insensato ci attrae come poche specie a questo mondo. Così lasciamo che la nostra mente crei cose inesistenti o si attac

E se il #Fertilityday diventasse il #fanculoday?

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"...e poi arrivò il principe azzurro a salvarla. E vissero felici e contenti." Così si concludono, più o meno, tutte le favole. Così iniziano tutte le nostre aspettative irreali sugli uomini. Siamo bambine a cui hanno inculcato l'idea malsana che abbiamo bisogno di un uomo che ci salvi dalle nostre insicurezze, dalle nostre giornate no, dai nostri pianti e dai nostri ormoni. Siamo bambine a cui è stato detto che il lieto fine andava sognato accanto ad un principe che ci portasse in salvo dalle nostre paure, delle insidie dei nostri malumori, dal nostro essere dolcemente complicate. Siamo bambine, cresciute, e ad oggi dobbiamo fare i conti con principi terrorizzati più di noi. Loro se ne stanno nascosti dietro lo schermo di un cellulare, che usano malamente, goffi e gonfi di ego e di steroidi, alla ricerca di principesse da portare a cavallo una notte, per poi sparire dietro la paura di impegnarsi, dietro l'incapacità di amare, dietro il terrore di una rela

Pokèmon No

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Ma che ne sapeva Proust, che il tempo perduto era la sua più grande agonia e la ricerca dello stesso una melanconica sofferenza! Che ne sapeva Leopardi, che oltre la siepe cercava l'infinito e sprofondava dolce nell'immensità dei suoi pensieri. Cosa ne poteva sapere Dante, che attraversò inferno e purgatorio per ritrovar la retta via e in paradiso "l'amor che move il sole e l'altre stelle". Chissà che ne sapeva Omero, che "fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza". Ma, soprattutto, senza farla troppo aulica e perversamente letterata, che ne posso saper io, che i Pokèmon nemmeno li conosco, io che sono di una generazione altra, quella dei cartoni animati deprimenti e incestuosi, degli orfani, delle matrigne, della polverina sintetica che metteva tanta allegria a Pollon e delle magie di Johnny, (chissà quali erano poi). Il cartone più moderno a cui ho prestato visione è stato Sailor moon, che il potere di luna p

Caro Inconscio, io scrivo.

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"L'unico tiranno che accetto è la voce silenziosa dentro di me." A detta dei sogni fatti stanotte, la mia è una voce parecchio tirannica. Ho fatto due conti e il mio inconscio, oramai, credo non mi tolleri più. A cadenze mensili prova a ribadirmi, in tutti i modi, che la nostra relazione è arrivata ad un punto di non ritorno e ha ben pensato di stabilire delle regole per tentare di farla funzionare, ancora per un po', insomma, almeno finchè morte non ci separi. Anche perché non credo che il mio sia un inconscio "new age". Lo faccio più tradizionalista di quanto non sembri, perciò, a meno che questa storia delle reincarnazioni non sia vera, ma vera sul serio, la nostra liaison avrà un termine, quello del mio corpo.  Insomma, sempre lì a dilungarmi in chiacchere! Ma che posso farci. Il mio silenzio stampa è un silenzio apparente. In realtà il mio cervello cammina sempre, anzi, corre sempre e, anche se non vi scrivo qui tutti i giorni, quei to

6 Tinderman?

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Carissimi!  Eccomi in ginocchio, sui carboni ardenti, a chiedervi pietà e perdono per questa lunghissima assenza. Ho notato che, nel frattempo, qualcuno si è defilato/defollowato credendo che fossi andata via per sempre.  Ho qualche vago sospetto che si tratti di un qualche esemplare di sesso maschile.  Eccola là, direte voi, non fa in tempo a tornare che già spara a zero su quei poveri spermatozoi con l'handicap del genere maschile.  Eh si. Che vi posso dire, qui mai una gioia maschia che mi faccia ricredere su questi luoghi comuni chiamati uomini. Che poi, le perverse pazze siamo noi.  Si, ma si! Siamo noi le materialiste, quelle senza scrupoli, le dominatrici, le oramai aride e senza sentimento. Così dicono. Chi?  Gli uomini ovviamente.  No. Non sono impazzita. Ho solo scaricato Tinder . Vai con le reazioni: -Risate e applausi -Risate e/o applausi -Applausi -Defollow Non starò qui a giustificarvi questa cosa, nascondendomi dietro un'ipocr

Quando scegli quello sbagliato

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Alcuni uomini sono come una scatola di cioccolatini...quando stai a dieta! Sei tentata, ma consapevole di far danno. Presa da un attimo di debolezza ti concedi quelle calorie in più. Ma poi scopri che, tra tutti, hai preso quello bello fuori e insulso dentro e, niente, la dieta è andata a puttane per quello sbagliato. E ti ritrovi con quel gusto strano sul palato misto al cioccolato e al senso di colpa, per quell' eccesso di entusiasmo, per quel desiderio soddisfatto e insoddisfatto che ha messo in standby tutte le belle promesse che ti eri fatta:  " Non cadrò più in tentazione " " Non lascerò più che siano le emozioni a gestire le mie azioni " " Farò mente locale degli errori e dei cazzoni passati prima di buttarmi tra le braccia del prossimo bacio perugina " Ma come si fa? Quando si tratta di relazioni come si fa a mettere da parte la pancia e dare voce alla testa? Sono fatta così non ho mai amato i calcoli, i ragionamenti sul giusto o sbaglia

Divagazioni post estate

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L'estate, dopo averci soffocato abbastanza, tanto ce la siamo tirata e "sentita addosso", si prepara a tornarsene nella confort zone che ognuno riserva nella sua mente, lasciandoci tristi e ingrigiti fare spazio al trambusto, allo stress e agli sbalzi termici invernali. In questi mesi trascorsi sono successe diverse cose, più o meno interessanti, ma niente paragonabile alle rivoluzioni concettuali che si sono consumate negli ultimi giorni, riguardo alle dichiarazioni di una povera ragazza di 18 anni( nota bene) appena eletta Miss (nota benissimo) dal q.i. imbarazzante (nota, sottolinea ed evidenzia in giallo).  Insomma, me ne vado in vacanza e le donne mi cambiano, così, sotto il naso, senza avvisare. Dall'utopistica ambizione della pace nel mondo, si catapultano su una Delorean con la folle ambizione di viaggiare indietro nel tempo. Mi bastonerei sulle gengive per non averci pensato prima! Stupida donna che non sono altro!  L'avessero chiesto a me, d