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Visualizzazione dei post da maggio, 2015

Da oggi faccio a modo mio!

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Avete mai provato ad analizzare un vostro comportamento per rendervi conto, solo a posteriori, che la percezione che avevate dello stesso era completamente sbagliata? Avete mai provato a guardarvi dal di fuori, scoprendo che quello che stavate facendo era davvero l'opposto di ciò che credevate fosse giusto mettere in atto? La situazione si complica davvero se a fare luce sulla questione, a dar voce alle vostre contraddizioni, non siete voi, ma personaggi esterni a voi, quel prolungamento di voi, che, usualmente, chiamiamo amici. Ecco. Chiariamo un punto fondamentale: talvolta questi fatiscenti personaggi si rivelano essere frapposti tra voi e il vostro agire. Insomma, alle volte i nostri amici sembra che giochino a risiko con noi, lanciandoci come pedine impazzite alla conquista di territori che vorremmo conquistare da soli, senza mettere in atto strategie infinite. Loro vi consigliano, vi ammoniscono, vi trattengono e, poche volte, vi spronano a fare ciò che il vostro istin

Pretendiamo oggi il nostro pane quotidiano.

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Panificio. Ore 21.00. Arrivo trafelata, come sempre, alla fine di una lunghissima giornata. Sono in coda in attesa del mio turno.  Due anziani prima di me rivendicano animatamente e con pignoleria il diritto ad avere la pagnotta "perfetta, croccante, non troppo cotta e che non pesi più di 200gr". Così, mentre sono in attesa di chiedere, svogliata e stanca, i miei soliti 4 panini X, sfusi, mi soffermo a riflettere e giungo alla conclusione che nella vita esistono due tipologie di umani: i rompiballe ed i pazienti.   Insomma c'è chi non é nemmeno consapevole di quanto sia esigente, al limite della rottura di balle, tanto vuole e tanto esige di ottenere, allora mi sono chiesta perché c'è chi, come me, chiede ciò che vuole, cercando di fare il possibile per comprendere la stanchezza di chi sta dietro il bancone e non disturbare. C'è chi morde per avere e chi sorride accontentandosi. Naturalmente questo tipo di atteggiamento ce lo portiamo dietro in una mo

Io chi sono?

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-Io sono.  Usiamo il verbo essere tante di quelle volte, da non renderci conto del peso che ha il suo significato.  Affermiamo noi stessi.  Quotidianamente.  Diciamo di essere, e di esserci, inconsapevolmente. -Noi siamo. Ma chi siamo davvero? Piuttosto che affermare te stesso, ti sei mai posto la domanda? -Io chi sono? Io, ad esempio, sono quello che sono, ma non saprei dirti come sono.  Sono come mi vedi e sono quello che non vedi. Sono fragile e sono stata forte.  Sono intelligente e sono una stupida, quando non ho voglia di capire o di far capire, che in realtà ho capito benissimo.  Sono ansiosa e sono odiosa. Sono il teatro delle mie emozioni. Sono cinica, dispettosa e sospettosa. Sono una sognatrice a cui sconvolge la realtà, a tratti incomprensibile.  Mi destabilizza l'abitudine e mi fa paura il cambiamento.  Vivo di contraddizioni.  Amo ciò che vorrei e dovrei odiare e odio ciò che dovrei e vorrei amare.  Mi nutro di ideali, idealizzando quello che svaluterei all'istant

È come andare in bicicletta.

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" È come andare in bici ". Si dice così di una cosa talmente facile da risultare quasi automatica. Come tornare in pista dopo una lunga storia e lasciarsi andare. Non soltanto ai sentimenti. Quelli li metti da parte i primi momenti, non ci pensi. Come non pensi sia prioritario cambiare le marce durante la pedalata. Pensi solo che devi montare in sella e partire. Cercare almeno di ricordarti come si fa, a tenere l'equilibrio, a frenare senza cadere, a tenere la strada. E se andare in bici fosse tutt'altro che semplice? Ne ho avuto la prova. Ero lì poggiata sul sellino, in bilico sulle punte dei piedi (dovete sapere che quando si è alti meno di 160cm, si sta sulle punte, quasi sempre.) Dicevo, ero lì, che provavo a darmi lo slancio sul pedale per partire e sentivo solo qualcosa bloccarmi i muscoli delle gambe. Nel frattempo, la coordinazione motoria veniva meno e, insieme a lei , il coraggio di provare. Stavo lì, bloccata e rigida, a chiedermi cosa mi impedisse